Invecchiamento, denatalità e sostenibilità del welfare: “Servono scelte strategiche, prevenzione e un nuovo patto tra istituzioni, imprese e territori”

Nel corso dei CEOforLIFE Awards incentrati sul tema di Prevenzione, salute e welfare, sono intervenuti anche Annamaria Parente, Direttrice dell’Osservatorio Demografia della Fondazione Magna Carta, e l’onorevole Silvio Lai, offrendo un quadro articolato sulle criticità strutturali del Paese e sulle riforme necessarie nei prossimi anni.

Annamaria Parente ha ricordato come l’Italia, insieme al Giappone, sia uno dei Paesi con il più forte invecchiamento demografico, ma – a differenza del modello giapponese – “in Italia si invecchia male”, a causa di una scarsa cultura della prevenzione e di politiche non strutturali.

“La prevenzione richiede, infatti, un cambio di mentalità nei decisori politici”, ha affermato Parente che ha proseguito ricordando come, in occasione del PNRR, i tentativi trasversali in Parlamento per inserire risorse sulla prevenzione non siano stati accolti, mentre oggi “il governo sta negoziando una proroga delle risorse con la Commissione europea, ma ciò che serve davvero è spenderle meglio”.

Insieme all’invecchiamento, un altro grande nodo è quello della denatalità, con una previsione di oltre 5 milioni di lavoratori in meno entro il 2050. Per la Direttrice dell’Osservatorio Demografia della Fondazione Magna Carta, “senza politiche per natalità e invecchiamento attivo non sarà possibile garantire la sostenibilità del welfare e della sanità”.

Al centro delle proposte, la collaborazione tra pubblico e privato, il rafforzamento del welfare aziendale e territoriale e il sostegno alla conciliazione vita-lavoro, soprattutto nelle piccole imprese. È stata anche richiamata la necessità di un approccio condiviso sul piano culturale: “Le giovani donne oggi scelgono meno di diventare madri per l’enorme fatica di conciliare carichi di vita e di lavoro. Serve un clima favorevole, creato da aziende, enti locali e istituzioni”.

Un passaggio rilevante è stato dedicato alla crisi della rappresentanza e alla necessità di recuperare il valore della mediazione politica: “Quando si è pensato che bastassero i leader e non più i corpi intermedi, abbiamo perso la capacità di costruire sintesi. La politica è la più alta forma di mediazione: bisogna ricostruirla in chiave moderna, con una grande stagione di democrazia partecipata”.

Poi, l’onorevole Silvio Lai ha posto l’accento sulle difficoltà del Servizio sanitario nazionale ad affrontare l’aumento della cronicità: “Il sistema formativo universitario è ancora tarato per il 90% sulla gestione dell’acuzie e solo per il 10% sulla cronicità. Chi lavora nella lunga degenza o nella riabilitazione è spesso residuale nel percorso formativo”. È stato poi criticata la mancanza di un coordinamento nazionale nella formazione delle professioni sanitarie e la forte eterogeneità tra regioni, richiamando l’urgenza di mettere “a sistema quella zona grigia tra sociale e sanitario” e valorizzare nuove competenze, come quelle legate alla formazione avanzata degli OSS. Infine, secondo il deputato, l’Italia deve fare scelte strategiche su pochi settori chiave e collocarsi stabilmente dentro una visione europea forte: “Solo la dimensione europea può renderci competitivi. Senza una strategia comune rischiamo di essere un vaso di coccio tra vasi di ferro”.

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